Al giorno d’oggi i tatuaggi, accompagnano molte persone nel
corso della loro vita, diventando una parte indelebile di quelle stesse
persone. Attraverso questa pratica, c’è chi vuole esprimere il proprio essere,
chi desidera tenersi stretto un ricordo, tanto da imprimerlo sulla pelle, o chi,
semplicemente, li considera un affascinante tratto estetico.
Quando vediamo una
ragazza o un ragazzo tatuato lungo la strada, di certo non andremmo mai a
pensare che potrebbe trattarsi di un rito di passaggio all'età adulta. Eppure, all'altezza
del 1700, era proprio questa la loro funzione. Le ragazze tahitiane, una volta
raggiunta la maturità sessuale, venivano tatuate di nero sulle natiche. In
realtà l’origine del tatuaggio risale a molti anni addietro.
Erano utilizzati già più di 5000 anni fa da molte
popolazioni indigene a scopo terapeutico. Nel corso della storia hanno assunto
diversi significati per diverse popolazioni.
Ad esempio gli egizi
praticavano la “pittura funeraria”, ritrovata su numerose mummie; o i Celti
che usavano tracciarsi sul corpo il simbolo di una divinità o di un animale
considerato sacro. Non tutti però hanno
apprezzato fin dall'inizio questa forma d’arte: per i Romani sarebbe stato un
abominio violare in questo modo la purezza del corpo umano e usavano i tatuaggi
solo per marchiare criminali e prigionieri. Anche loro però dovettero
ricredersi in seguito ai contatti con i britannici, i quali portavano impressi
sulla pelle i simboli del loro onore e della loro forza.
Alcune cose non sono molto diverse dai tempi antichi: oggi
molte persone decidono di fare un tatuaggio che rappresenti la loro religione, il
loro credo, un po’ come i crociati portavano il marchio della croce di
Gerusalemme. E, a pensarci bene, molto
spesso i tatuaggi rappresentano proprio un momento importante della nostra
vita, non lontano, concettualmente, dai riti di passaggio delle antiche tribù
indigene.
Ovviamente le tecniche di oggi sono ben diverse: da un
piccolo martelletto che picchiettava su un ago (dal cui suono deriva il termine “tau-tau”),
siamo giunti alle macchinette moderne, introdotte solo nel 1891. Da questo
momento in poi, per molto tempo i tatuaggi saranno simbolo di minoranze
etniche, marinai, criminali….fino a quando negli anni ‘70 inizia ad assumere una
valenza morale, di ribellione contro i canoni imposti dalla società. Si può
dire che oggi non esista più un ruolo preciso del tatuaggio, considerato un
pezzo della nostra esistenza e al contempo una meravigliosa forma d’arte.
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