Quest’anno, Twitter ha ricevuto più spazio mediatico di Facebook. In particolare, il primo ha avuto il 50 per cento delle menzioni quando si parlava di social network, mentre Facebook ha avuto il 45%.
Il dominio di Twitter nei media può essere spiegato in questo modo: Se si crea un account Twitter, per impostazione predefinita tutte le informazioni condivise su di esso saranno pubbliche. Se si desidera mantenere un tweet privato, bisogna modificare l’account.
Su Facebook, per impostazione predefinita, solo gli amici potranno vedere i contenuti. Ciò induce, soprattutto per quanto riguarda le persone famose, ad evitare l’iscrizione a qualcosa chepotrebbe compromettere la privacy. Diciamo che, probabilmente, Twitter è meno vincolante di Facebook. A cambiare non è solo il format della piattaforma bensì il fine della stessa. Da un lato ci sono 140 caratteri, messaggi veloci e una spontanea tendenza al mobile; dall’altro profili, album, post quasi illimitati e chat; senza contare che tutti questi servizi contengono molti bug, a volte le immagini non si caricano, la chat si blocca, duplica i messaggi oppure, non si sa per quale arcano motivo, invece che uscire nel riquadro di chat, i messaggi appaiono nella inbox; tralascio di parlare dell'app di face per cellulari perchè, per quanto la stiano migliorando, ha delle latenze assurde.
Non si sa se Google + è stato escluso dal rapporto perché la sua quota era davvero insignificante o se è semplicemente troppo nuovo per essere “misurato”.
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